11/12/2014
Arriverà in settimana la “soluzione” al pasticcio dell’Imu sui terreni che stanno perdendo l’esenzione riservata fino a ieri nei Comuni classificati come «montani» dall’Istat. Dopo un’ipotesi iniziale di un rinvio del problema a giugno, si è fatta strada la tesi di un rinvio più stretto, a gennaio, anche per l’impossibilità di trovare a fine anno coperture alternative per i 350 milioni che hanno finanziato una piccola parte del bonus Irpef 2014, e che il bilancio pubblico attende dai terreni ex montani. Dalla scelta finale del Governo dipende anche l’applicazione dei criteri per distinguere chi viene chiamato al pagamento e chi continua a esserne escluso. La bozza di decreto pubblicata dall’Economia individua tre diverse fasce altimetriche e per ciascuna prevede un diverso trattamento. Se il terreno è fra quelli per i quali è ancora prevista l’esenzione (dunque terreni situati in comuni di altezza superiore a 280 metri se posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (Iap), e 600 metri per tutti gli altri), non si dovrà effettuare nessun versamento. Se, invece, il terreno rientra tra quelli soggetti a tassazione, le cose si complicano. Occorre sempre fare riferimento al titolare del diritto reale; se ad esempio un terreno posto a 300 metri di altezza è di proprietà di un coltivatore diretto ma l’usufrutto è a favore del padre pensionato, non iscritto all’Inps, non scatta l’esenzione.