Dichiarazione dei redditi: sempre possibile le correzioni
22/12/2014
La dichiarazione presentata può sempre essere corretta e ciò anche nella fase difensiva, per opporsi all’errata pretesa del fisco avanzata con l’avviso bonario. Ad affermarlo è la Corte di Cassazione con la sentenza numero 26187 depositata il 12 dicembre 2014. Innanzitutto il collegio ha richiamato e confermato l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità secondo il quale in tema di imposte, in adesione all’articolo 53 della Costituzione, va sempre riconosciuta la possibilità per il contribuente di emendare la dichiarazione allegando errori, di fatto o di diritto, commessi nella sua redazione e incidenti sull’obbligazione tributaria. Tale diritto è esercitabile non solo nei limiti in cui la legge prevede il diritto al rimborso, ma anche in sede contenziosa per opporsi alla maggiore pretesa tributaria dell’amministrazione finanziaria. La dichiarazione, infatti, trattandosi di una mera esternazione di scienza e di giudizio, è modificabile in ragione dell’acquisizione di nuovi elementi di conoscenza e di valutazione sui dati riferiti e costituisce solo un momento dell’iter volto all’accertamento dell’obbligazione tributaria.
Mere esigenze amministrative, quindi, in base alle quali in passato si era sostenuta la immodificabilità della dichiarazione, non possono comprimere il diritto del contribuente costringendolo a versare imposte difformi dalla propria capacità contributiva. Ne consegue che la dichiarazione è modificabile non solo nei limiti delle disposizioni sulla riscossione delle imposte, ma anche nella fase difensiva per opporsi alla maggiore pretesa tributaria azionata dal fisco con diretta iscrizione a ruolo del controllo automatizzato.