Fatture false: non è sufficiente la confessione del debitore
25/11/2014
L’accertamento tributario non può essere basato unicamente sulla confessione resa dal fornitore, che abbia riconosciuto di aver emesso delle fatture false, i cui pagamenti venivano restituiti in gran parte ai committenti, effettuando dei prelievi e trattenendo il solo importo pattuito con il cliente per il «servizio». Una tale dichiarazione, da sola, non ha valenza di presunzione grave, precisa e concordante e deve essere accompagnata da ulteriori elementi di riscontro, per sorreggere validamente la pretesa erariale. È quanto si legge nella sentenza n. 551/08/14 della CTP di Bergamo, conclusasi con l’accoglimento dei ricorsi proposti da un gruppo d’impresa operante nel campo della musica.